I Kamikaze del 3° millennio - Gli eroi di Fukushima

I Kamikaze del 3° millennio – Gli eroi di Fukushima

24 Mar 2011 in ATTUALITÀ, SCIENZA & TECNOLOGIA da Roberto Baldassar 3 Commenti Visite: 71116

La storia della seconda guerra mondiale ci ha restituito immagini di guerrieri giapponesi – i celebri Kamikaze – che in nome dell’imperatore immolavano la loro vita in imprese suicide contro il nemico. Celebrati poi dall’Impero come eroi di guerra.

Passato il millennio abbiamo trovato nella cronaca quotidiana sedicenti “martiri religiosi”, figure che si fanno esplodere nel pieno di un mercato, in una piazza piena di gente innocente, in un hotel pieno di turisti, con l’obiettivo di uccidere più gente comune possibile, non importa se connazionali o perfino del medesimo credo religioso (sarebbe interessante disquisire sul dio che approverebbe il non senso di tali scelleratezze). Anch’essi poi celebrati come eroi.

Di queste due figure suicide abbiamo capito che lo spirito potrebbe anche essere simile, ma l’obiettivo è molto diverso. I Kamikaze giapponesi erano guerrieri in guerra e le loro azioni mirate ad obiettivi militari.

La cronaca di questi giorni ci ha restituito un nuovo “guerriero” giapponese, i Kamikaze di Fukushima.
Hanno detto 50, in realtà sono almeno 150 i volontari che si sono offerti per una azione suicida contro un nuovo nemico, in una nuova guerra mondiale. Abbiamo capito bene infatti che è una guerra che non riguarda solo il Giappone.

Non come Chernobyl dove i primi interventi erano quasi certamente di operai ignari del destino che li aspettava,
a Fukushima sono (e già per molti dobbiamo dire erano) operai e manager che sapevano a cosa andavano incontro.

Non una morte fulminea come quando si ci lancia contro una portaerei imbottiti di esplosivo,
ma una morte lenta ed atroce,

non per uccidere più militari o civili possibile, ma per salvarne più possibile.